Tu la notte riposi su un cuscino bianco
e nel tuo sonno scivoli lontano
là dove vorrei essere e non sono mai stato.
Solo allora comprendi gli strani segni
che la vita ti lascia sulla via
e il nostro fiore selvaggio di passione.
 
Quanto vorrei che il buio ti riportasse a me
scivolando tra strade e gallerie
come piuma di uccello dentro al fiume.
Saprei allora parlarti dell’immenso
e del seme rotondo di certezza
nato dal sogno e padre del domani.
 
La tua notte è per me come un mistero
di terra inesplorata sotto al ghiaccio
e non so quale vento scuota le tue foglie
né quali mani tocchino il tuo fiore.
 
Forse per te la notte descrive come un sasso
cerchi concentrici in laghi di memoria
che crescono espandendosi fino al limite
dove il mio viso è meta di risveglio.
 
E se di giorno tu hai silenzi lunghi
che somigliano a pianure nella nebbia
e altri che urlano come mari in tempesta
e altri ancora densi di miele e di vulcano
io credo che di notte i tuoi silenzi
si sciolgano come neve sotto al sole
e che da essi nasca un fiore rosso
fatto della mia voce e il tuo sorriso.

 

30 Ottobre 1987