IL GRANDE DIVARIO
 
Illusioni per sogni confortanti e fugaci
mi danno parvenza di una tua stretta vicinanza,
ma comprendo all’improvviso
quanto ancora schiava di pregiudizi è la mia anima
rinchiusa in questa gabbia di ossa,
mentre il tuo spirito puro libero e raggiante
contempla dall’alto la mia ragione di vita terrena.
 
Innumerevoli appigli a credenze soggettive
permettono ad ognuno di noi
di elevarsi su di un piano più alto,
rendendo celeste la nostra esistenza
attraverso azioni misericordiose e degne di lode,
ma ancora una volta il tuo spirito muto di parole
contempla coloro i quali coltivano speranze di un futuro migliore.
 
Così finalmente mi accorgo
di quell’incolmabile ma necessario divario
che intercorre tra te e tutti i miei simili
e resto assiduamente a sperare
nel tuo infinito contemplare.

Marzo 1998

 
 
 
AD UN PADRE MAESTRO
 

 

Per legge di natura
il non aver condiviso gli anni tuoi migliori
mi costringe a percorrere buie strade
da te già battute e illuminate
dove il mio passo fuori luogo e tempo
cerca le tue profonde orme
quasi a voler imitare
il tuo faticoso ma sicuro cammino.
 
Soltanto tue reminiscenze
mi permettono di aggirare ostacoli
da te saltati con falcate lunghe e decise
dinanzi ai quali io inevitabilmente avrei inciampato.
 
Al tuo passo ora se ne accompagnano altri
a da lupo solitario qual’eri
divieni capobranco
aumentando in te l’istinto sempre più forte di procreare
e aprendomi finalmente uno spiraglio di luce
posso differenziare il mio passo dal tuo.
 
Ma proprio adesso che ho iniziato a camminare
ricordati di insegnarmi a volare.
 

7 Marzo 1998