Mi scrive un visitatore del mio sito, di nome Riccardo Morigi:

“Sono un appassionato ascoltatore di musica che per età e comodità di ascolto predilige il digitale con convertitore D/A esterno e player audio da PC, ma comunque non disdegno il passato perché una buona realizzazione rimane sempre tale anche se passano anni.
A volte ascolto qualche vinile con un vecchio Thorens TD125MK II e testina Shure V15 III, comunque per le amplificazioni utilizzo tutte elettroniche moderne.
In anni recenti secondo me la tecnologia sulle amplificazioni ha fatto passi significativi in qualità e potenza ed ora si riesce veramente a dare voce a vecchi diffusori che non potevano esprimersi completamente.

Una coppia di AR5 le ho avute in dono da mio padre, a queste ho sostituito i foam dei woofers ed i condensatori interni perché non più conformi ai valori di progetto. Devo dire che non ho operato un corretto restauro filologico, in quanto per i condensatori ho utilizzato dei polipropilene, molto precisi e reattivi e non dei carta-olio, ho bypassato di netto i potenziometri del mid e del tweeter che comunque erano sempre stati usati al massimo, ed ho tolto una resistenza che limitava i medi, adeguandomi allo schema del crossover delle 3a, che non hanno una resistenza a freno sui medi. Da notare che medi e acuti sono identici sulle AR-5 e sulle AR-3a.
In questo modo ho tolto si una resistenza, quindi aumentato la resa sui medi, ma ho anche eliminato una piccola componente di risonanza fra resistenza e condensatore, che qualche effetto all’ascolto dovrebbe aver dato.
Non so dire se se sia corretto da punto di vista storico aver “modificato” in questo modo dei vecchi diffusori, ma posso dire che acusticamente ora mi piacciono molto, sono estesi reattivi, precisi come mai erano stati prima.
Sebbene fossero considerate universalmente come “il brutto anatroccolo”, con un suono un po’ chiuso e nasale, adesso invece suonano veramente bene, le ho abbinate ad un ARCAM A22 da 100W/su 8ohm, che non disdegna impedenze basse, perché il precedente amplificatore accreditato di una potenza in teoria sufficiente, andava in crisi molto spesso a volumi sostenuti.”

Modifica del circuito di cross-over delle AR-5

AR-5 : Schema originale del cross-over
AR-3: Schema originale del cross-over

Si nota immediatamente che i due schemi sono quasi identici, differendo quasi solo per l’incrocio di accordo delle frequenze dei componenti; 

considerando poi che tweeter e midrange sono identici su entrambi i diffusori e valutando a mio parere l’emissione delle AR-5 come cupa, dovendo sostituire i condensatori esauriti per problemi di età, ho provato anche a rimuovere la resistenza da 1,3 ohm per testarne l’effetto.

Schema del cross-over AR-5 "modificato"

AR-5: cross-over modificato (Riccardo Morigi)

Con l’intervento 1 ho rimosso la resistenza da 1,3 ohm (ma non l’ho buttata, posso sempre ripristinarla successivamente nel caso dovessi avere un ripensamento). 

Con l’intervento 2 ho bypassato i due potenziometri del medio e dell’acuto, operazione eseguita “la numero 2” più che altro per pigrizia, perché sarebbe stato sufficiente sostituire i due potenziometri usurati, ma alla fine dopo la prova di ascolto mi hanno soddisfatto così come le ho modificate, in ogni caso erano state usate sempre con i potenziometri regolati al massimo anche in precedenza.

Di sicuro adesso non sono più diffusori dall’impedenza media di 8 ohm, ma verosimilmente da 6 ohm, quindi, carico quasi ostico per piccoli amplificatori, non come le AR-3A ma quasi.

 

Sostituzione dei condensatori

Per la sostituzione dei condensatori ho utilizzato dei Monacor in polipropilene.

  • Per il condensatore da 72ohm ho usato la combinazione in parallelo di: (33+33+3+3)ohm
  • Per il condensatore da 24ohm: (22+1+1)ohm
  • Per il condensatore da 4ohm: (3+1)ohm

L'amplificazione

Piloto questi diffusori con estrema soddisfazione con un piccolo grande integrato inglese ARCAM A22 da 100+100w su 8ohm che a mio parere ha un leggero rigonfiamento delle frequenze basse, il quale “difetto” però casca proprio a mio vantaggio avendo squilibrato un po’ i diffusori verso le frequenze medie e alte.

Tale caratteristica dell’integrato credo ricada nel range di utilizzo tipico pensato per tale componente che credo avessero intenzione di abbinare prevalentemente a piccoli bookshelf a bassa efficienza.

Hegel H300

Utilizzando i diffusori AR-5 così modificati a scopo di test con un’amplificazione più raffinata dalla resa estremamente lineare e delicata, per esempio con l’Hegel H300 da 250w+250w su 8 ohm, si nota un po’ la carenza delle basse frequenze, la quale comunque si può compensare avvicinando i diffusori alla parete di fondo stanza, e se non bastasse, si possono sostituire i due potenziometri senza bypassarli come sbrigativamente ho fatto io e attenuare di conseguenza fino a raggiungere l’equilibrio timbrico.

I cavi di collegamento

Cavo Thender 52-040

Per collegare i diffusori alle amplificazioni ho sostituito i classici grossi cavi di potenza in rame ereditati, con nuovi cavi Thender multifilo in rame e placcati argento che hanno reso molto più precisa dettagliata e per qualcuno forse più radiografante la qualità del suono.

Conclusioni

Diciamo che tutto questo non è a costo zero o quasi, i condensatori e il cavo di potenza costano, però a mio parere i risultati ci sono e sono apprezzabili.

Le AR erano diffusori rinomati per la qualità e sentirli suonare come e meglio di tanti nuovi diffusori di medio e buon livello mi rende veramente felice.

Il basso delle casse chiuse in sospensione pneumatica è insuperabile per precisione e compostezza rispetto a quello di diffusori bass reflex anche di buon livello.

La diffusione acustica dei componenti a cupola è spazialmente tra le migliori.

Naturalmente l’età si fa sentire e se paragonate diffusori moderni di alto livello peccano per definizione e dettaglio nelle medie e alte frequenze, ma combattono molto bene per la loro età.

Una volta trovata l’amplificazione che le sostiene quanto a erogazione di corrente, sono già accordate benissimo in ambiente.

Diversamente per far suonare a dovere delle Monitor Audio PL 300, grosse torri in bass reflex, vellutate, dettagliate, meravigliose, le ho dovute abbinare ad un amplificatore con un grande smorzamento e utilizzare i sopracitati cavi thender, per rendere coerenti le basse frequenze altrimenti il basso era lungo e fuori controllo.

Per quanto riguarda la sostituzione dei condensatori delle nuove “vecchie” arrivate, AR-3a Improved, procederò assolutamente solo alla sostituzione dei condensatori, con nuovi condensatori Monacor in polipropilene.

Riccardo Morigi